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mercoledì 13 dicembre 2017

Comunicato - Stampa:L’ESPLOSIONE DI BAUMGARTEN E LO STRANO CASO DELL'EMERGENZA GAS!

                                                                                                                                   
comunicato stampa
L’ESPLOSIONE  DI   BAUMGARTEN  E  LO  STRANO  CASO  DELL'EMERGENZA  GAS!

Nella mattinata del 12 dicembre c’è stata una violenta esplosione nell’hub gasiero di Baumgarten che ha causato la morte di un operaio e numerosi feriti. Secondo le prime verifiche, l’esplosione è stata causata da un problema tecnico.  Baumgarten è il terminale del ciclopico gasdotto di Urengoy-Uzhgorod che collega la Russia all'Europa e, tramite il passo del Tarvisio, entra in Italia il gas russo  importato.
Sconcertante l’accaduto che ancora una volta ha dimostrato come queste infrastrutture, estremamente pericolose, siano soggette ad esplosioni anche per malfunzionamento o, come è avvenuto in alcuni  casi di esplosioni dei gasdotti in Italia, per smottamenti di terreno.
Subito è arrivata la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Ministro dello Sviluppo Economico Calenda per l’interruzione della fornitura anche se la stessa è stata riattivata in serata e se tra gli addetti ai lavori non c’è stato allarmismo. Ma per Calenda  l’occasione era troppo ghiotta e non ha esitato a sostenere che il T.A.P. è necessario per  non dipendere dal gas russo: ci preme rimarcare che sia in Europa che in Italia di gasdotti ce ne sono in abbondanza e, che quanto concerne l’Italia, le infrastrutture esistenti (metanodotti e rigassificatori) hanno una capacità di importazione di 107 mld di mc annui, ben superiore ai consumi che nel 2016 sono stati di 70,9 mld di mc. e, nel primo semestre 2017, sono stati pari a 39,4 mld di mc).
Opere come TAP e Rete Adriatica rispondono solo ad una logica di profitto, nulla hanno a che vedere con gli approvvigionamenti tantomeno del  gas russo perché al di là della minore dipendenza da Mosca, la vera motivazione per l’Italia nel voler imporre dall’alto questi progetti, è di diventare un grande hub del gas nel cuore del Mediterraneo con un proprio mercato da gestire. 
Come Comitati siamo sempre stati convinti che più che la corsa al gas, l’Italia dovrebbe correre ai ripari e puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica, tenendo presente  che i combustibili fossili sono i principali responsabili dei cambiamenti climatici in atto e  che un nuovo modello di economia che si prenda cura della terra, ha come premessa indispensabile una profonda modifica del modello energetico.
Uno studio di alcuni ricercatori di Standford sostiene che entro il 2050 l’Italia potrebbe coprire l’energia che consuma al 100% da fonti rinnovabili: più o meno gli stessi anni della “vita utile” dell’investimento sul Tap.
E mentre in Italia si continua ad insistere con opere fortemente impattanti dannose per l’ambiente, per le economie locali e pericolose per quanto attiene all’incolumità pubblica come Rete Adriatica che corre lungo l’Appennino Centrale altamente sismico e il Tap, la Banca Mondiale (il più grande fondo sovrano al mondo), annuncia che dal 2019 non finanzierà più esplorazioni e sfruttamento di gas e petrolio (salvo qualche eccezione per i Paesi sottosviluppati) e la BEI (Banca Europea degli Investimenti) ha disposto un rinvio per il finanziamento del progetto TAP che, ricordiamo, è collegato al Rete Adriatica (il troncone che interessa il nostro territorio è il Sulmona-Foligno con la centrale di compressione a Sulmona).
Importando gas dall’Azerbaigian l’Italia favorisce il regime dispotico che governa quel Paese dove vengono sistematicamente violati i diritti umani, arrestati gli oppositori e i giornalisti indipendenti, calpestate le libertà, regime  che si sostiene proprio attraverso il petrolio e il gas.

Sulmona, 14 dicembre 2017

              
                                                                                                                                         Comitati Cittadini per l’ambiente

Info: Giovanna 3284776001 – Mario 3339698792- Lola 3498762841 Email: sulmonambiente@gmail.com –http://sulmonambientewordpress.com/https://www.facebook.com/pages/Comitato-Ambiente-Sulmona/163437587047697


domenica 29 ottobre 2017

Interrogazione parlamentare Gasdotto (documento in allegato)

Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-18314
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Giovedì 26 ottobre 2017, seduta n. 879
MELILLA, NICCHI, SANNICANDRO, RICCIATTI, FERRARA, ZARATTI, FRANCO BORDO,
PIRAS, SCOTTO, MATARRELLI, DURANTI e KRONBICHLER. — Al Presidente del Consiglio dei
ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e
del mare. — Per sapere – premesso che:
il progetto del gasdotto Snam «Rete Adriatica» attraversa la dorsale adriatica degli Appennini
da Brindisi a Minerbio (BO);
il tracciato del gasdotto è di forte impatto ambientale e potenzialmente pericoloso attraversando
tre parchi nazionali, un parco naturale regionale, ventuno siti di importanza comunitaria e zone di
protezione speciale, nonché numerose aree in zona sismica «1», regioni storicamente interessate da
un notevole tasso di sismicità, dove ricade anche la prevista centrale di decompressione di Sulmona;
nella perizia tecnica recante «Note critiche allo studio di impatto ambientale» inerente alla
tratta del gasdotto Foligno-Sestino redatta dal Geol. Francesco Aucone che accompagna l'istanza
presentata dalle associazioni dei cittadini il 22 ottobre 2017 alla Presidenza del Consiglio dei ministri
e ai Ministeri competenti si evince che dall'analisi dello studio di impatto ambientale emergono,
tra gli altri, i seguenti aspetti: «approccio inappropriato nella definizione dell'Azione Sismica,
perplessità sulle categorie sismiche dei terreni attraversati (insufficienza delle indagini in sito),
sottostima dell'accelerazione sismica nella verifica strutturale allo scuotimento sismico, (sottostima
dell'accelerazione sismica nella verifica della stabilità dei versanti»);
il 26 ottobre 2017 si terrà una riunione sul gasdotto «Rete Adriatica», convocata dalla
Presidenza del Consiglio con le regioni, le province e i sindaci dei territori di Abruzzo, Lazio, Marche
e Umbria interessati –:
se non intendano assumere iniziative per sospendere l'iter che porterà alla realizzazione del
gasdotto Snam «Rete Adriatica» per approfondire le tante perplessità e i possibili rischi derivanti
dalla costruzione del suddetto gasdotto, come risultanti da numerosi studi tecnici tra cui quelli
riportati, e avviare un confronto che prenda in considerazione la revisione del tracciato del gasdotto,
così fortemente impattante e potenzialmente pericoloso.
(4-18314)

Testo completo

giovedì 6 aprile 2017

martedì 4 aprile 2017

Colfiorito - COSTITUZIONE COORDINAMENTO NAZIONALE NO TUBO

COSTITUZIONE COORDINAMENTO NAZIONALE NO TUBO

Oggi 2 aprile a Colfiorito si è tenuta la manifestazione nazionale NO TUBO cui hanno partecipato decine di associazioni impegnate, alcune da 13 anni, nei territori delle Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio e Toscana, a combattere il progetto del metanodotto adriatico di SNAM che devasterebbe territori ad alto rischio sismico con un'opera assolutamente inutile per la collettività, che chiediamo venga ritirata.

Nella relazione del geologo Francesco Aucone sono state smontate le narrazioni della multinazionale dell'energia per giustificare l'ingiustificabile: un'inutile, enorme metanodotto che attraversa la dorsale appenninica  devastando i territori con oggettivi pericoli dovuti alla sismicità dell'area, con lo scopo di trasformare il nostro paese in un inutile hub del gas.
Siamo contro qualsiasi ipotesi di deportazione delle popolazioni terremotate e rivendichiamo il diritto alla ricostruzione dei borghi e dei paesi di montagna devastati dai terremoti, garantendone la storia, lo stile e l'urbanistica, evitando speculazioni immobiliari.

Il coordianamento ritiene necessaria l'unificazione delle lotte, l'opposizione all'opera nella sua interezza e un raccordo con le lotte dei NOTAP del Salento.

S ritiene necessaria l'informazione alle popolazioni e la lotta popolare contro le opere.

Per questo ci costituiamo come COORDINAMENTO NAZIONALE NO TUBO che:

    1.    si propone l'amplificazione dell'informazione attraverso la stampa, internet ed i social neetwork;
    2.    organizza nei territori assemblee popolari di informazione  e un'opposizione popolare alla inutile e dannosa opera;
    3.    organizza per il mese di maggio a Norcia un altro incontro nazionale;
    4.    consoliderà un coordinamento attivo con il movimento NOTAP del Salento, cui si esprime piena e totale solidarietà.

  COORDINAMENTO NAZIONALE NO TUBO

Mountain Wilderness, WWF, Brigate di Solidarietà Attiva, Comitato Civico Norcia per l'ambiente, Comitato no tubo, comitato no devastazioni Umbria, Comitato no acquedotto per la difesa della Valnerina, Mercato Brado, Montanari Testoni Norcia, Comitato No Tubo l'Aquila, Comitato Cittadini per l'ambiente di Sulmona, Comitato Altrementi Val Peligna, Forum Abbruzzese Movimenti per l'acqua, Abruzzo Social Forum, Programma 101 Foligno, Confederazione Cobas Umbria.

info:
347 3044857
328 6504337

giovedì 30 marzo 2017

COMUNICATO STAMPA 2 APRILE

Buongiorno,
Domenica 2 Aprile, presso la Sala Convegni del Parco Regionale di Colfiorito, luogo simbolo di tante devastazioni , abusi territoriali, e punto d’incontro fra Umbria e Marche, dalle ore 10,00, si terrà l’incontro nazionale “Gasdotti e terremoti. Diritti delle popolazioni e tutela del territorio”, aperto a tutti.
Organizzato da Mountain Wilderness Umbria, Comitato Norcia per l’Ambiente, Comitato No Tubo, Comitato contro le devastazioni territoriali in Umbria, Comitato No acquedotto per la difesa della Valnerina, Comitato No Inceneritori Terni, Mercato Brado, l’evento ha l’obbiettivo  di ribadire la netta e totale opposizione  al progetto SNAM metanodotto “Rete Adriatica”,  che attraversando l’intera penisola da Brindisi a Minerbio per circa 700km, intercetta e si sovrappone all’intero sistema di faglie attive dell’Appennino Centrale. Ogni comune attraversato un epicentro a tutti tristemente noto: L’Aquila, Norcia, Foligno, Visso, Cascia, Preci… tanto per citare i più ‘famosi’.
Da oltre 13 anni siamo impegnati nel contrastare quest’opera che porterebbe solo utili alla multinazionale e utilizzerebbe i nostri territori esclusivamente come ‘servitù di passaggio’. Centrali e cabine di decompressione/ripressurizzazione verrebbero realizzate in zone ad alto rischio sismico come la Valle Peligna, Cittareale a pochissimi km da Norcia, Accumuli…
Il tubo di 1,2 mt, posto a 5 mt di profondità con 75 bar di pressione (i ‘nostri’ terremoti si attestano su ipocentri di 8 - 11 km e spaccano strade e montagne…), necessita di una servitù di cica 40 mt per la posa del tubo, e la costruzione di strade per consentire l’accesso dei mezzi ai cantieri.
Intere aree naturali verrebbero devastate, corsi d’acqua attraversati più e più volte con lavori di scavo in alveo.
Allo scempio ambientale si aggiunge il rischio oggettivo per le popolazioni di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio. Dei 30 comuni attraversati 15 sono di rischio sismico 1, 15 rischio sismico 2.
I recenti sismi hanno aggravato lo stato di allerta, facendoci prendere atto della oggettiva e malcelata volontà di non ricostruzione dei piccoli e diffusi centri, unici presidi contro lo spopolamento del territorio appenninico, la perdita totale di identità di luoghi unici per cultura, ambiente naturale, tradizioni.
Una perdita inestimabile di beni immateriali dopo la devastazione materiale.
Basta guardare L’Aquila, colpita nel 2009, per capire come la ricostruzione non avvenga!
Le comunità non possono essere ‘deportate’ per desertificare il territorio e renderlo terra di nessuno, svenduto a due lire a multinazionali che mirano solo a far cassa.
La tutela del territorio coincide esattamente con il diritto delle popolazioni che li abitano all’autodeterminazione, al ritorno nei luoghi in cui da sempre convivono con una terra ballerina.
Ogni paese e borgo va ricostruito con rigidi criteri antisismici, -non solo quelli ‘simbolo’ su cui sono sempre, strumentalmente, accesi i riflettori-, e non esposti ad ulteriori inutili rischi. Proprio per le caratteristiche oggettive dei nostri territori, ogni piccola realtà può tornare ad essere e diventare parte di un ‘villaggio diffuso’, una rete di opportunità in cui il turismo ambientale possa crescere e radicarsi.
Non servono tubi e grandi opere, ma solo criterio e razionalità e soprattutto trasparenza e correttezza nelle scelte politiche.
All’incontro sarà presente il geologo Francesco Aucone.
Hanno già dato la propria adesione il Comitati No Tap della Puglia, il Comitato Montanari Testoni e le Bsa di Norcia, il Gruppo d’Intervento Giuridico, i Comitati Abruzzesi, la Federazione Provinciale COBAS di Terni.
Distinti Saluti

 

Info:
347 3044857 Mountain Wilderness Umbria
328 6504337 Comitato Norcia per l’Ambiente
335 7361375 Comitato No Tubo